Nel precedente articolo OfficeNow business center vi ha accompagnati fino all’inizio della costruzione del percorso delle cappelle del Sacro Monte di Varese.
Oggi vedremo nel dettaglio come è stata portata avanti l’opera e ci addentreremo nei particolari della cappelle del Sacro Monte di Varese che si incontrano strada facendo.
Il progetto ottenne l’assenso dei cardinali Carlo e Federico Borromeo e di papa Paolo V, il cantiere rimase aperto dal 1604 al 1630 agli ordini dell’architetto varesino Giuseppe Bernascone. Qualche anno in più durò invece la preparazione delle trecento statue e degli affreschi del percorso.
Il Cammino prevede quattordici tappe segnate dalle cappelle del Sacro Monte di Varese, più la quindicesima che si trova all’interno dello stesso Santuario. Ogni cappella è diversa sia come architettura che come disposizione lungo il crinale del monte.
Anche le rampe che collegano ogni cappella hanno distanze differenti e colmano, alla fine, un dislivello di ben 245 metri.
Veniamo adesso alla descrizione del percorso e di ogni cappella.
Si dice che, nel corso dei secoli, circa sessanta milioni di pellegrini abbiano effettuato il pellegrinaggio del Sacro Monte di Varese.
Il percorso ha inizio alla località chiamata prima cappella, dove si trova una Chiesetta dell’Immacolata Concezione ed un arco partendo dal quale incomincia la strada selciata delle cappelle, larga circa una decina di metri.
Nell’abside della chiesetta si trova la statua di Maria che schiaccia il drago, mentre nelle otto nicchie delle pareti sono visibili le statue dei Dottori che difesero il dogma, opera di Francesco Silva. Gli affreschi, tra cui ‘Il Concilio di Trento’, sono dei fratelli Lampugnani (1624).
Il primo arco, detto del Rosario, rappresenta l’inizio dei Misteri Gaudiosi. In cima è posta la statua di Maria con il Bambino che porge la corona del Rosario ai pellegrini. Le statue barocche ai lati raffigurano S. Domenico e S. Francesco. Alla destra dell’arco troviamo la fontana detta della Samaritana.
Subito dopo abbiamo la prima cappella, detta dell’Annunciazione. L’interno è molto particolare e, in qualche modo, inaspettato, poiché riproduce la stanza di una casa patrizia del ‘600, con un letto di legno, arcolai, una credenza e corredi vari. Le statue interne, raffiguranti l’arcangelo Gabriele e Maria, sono di Cristoforo Prestinari (1610) e vennero donate dal paese di Orta.
Nella seconda cappella, detta della Visitazione, è rappresentata la visita di Maria alla cugina Elisabetta, madre di S.Giovanni Battista. La scena è ben raffigurata da dodici statue in terracotta, realizzate dal Silva. Gli affreschi sono di Giovanni Paolo Ghianda (1624). Sulla parete esterna a mezzogiorno è dipinta una meridiana contornata da angeli.
La terza cappella, detta della Natività , ospita il classico Presepe, composto da quattordici statue in terracotta opera di Martino Retti. La statua del Gesù Bambino è posta su una vera mangiatoia in legno. Gli affreschi alle pareti sono di Carlo Francesco Nuvolone (1658), autore anche del grande dipinto esterno purtroppo deterioratosi e sostituito, nel 1983, da un ampio murales di Renato Guttuso, raffigurante la ‘Fuga in Egitto‘.
Subito dopo incontriamo la quarta cappella, detta della Presentazione al Tempio. La scena raffigurata è quella della presentazione di Gesù al sacerdote Simeone nel Tempio. Al suo interno troviamo ben venti statue in cotto realizzate da Francesco Silva (1617). Giovanni Ghisolfi si occupò degli affreschi (1662), tra cui spicca il ‘Cielo con Dio e gli angeli’.
La quinta cappella è detta della Disputa di Gesù con i Dottori. La scena è rappresentata nel tempio di Gerusalemme con ventidue statue del Silva e dipinte dal Nuvolone nel 1651. Quest’ultimo curò anche gli affreschi interni, tra cui si riconoscono una ‘Visione dell’Apocalisse’ e ‘L’arca dell’Alleanza’.
A questo punto termina la prima serie delle cappelle raffiguranti i Misteri Gaudiosi del Santo Rosario e troviamo il secondo arco dedicato a San Carlo.
Non perdetevi il prossimo appuntamento perché OfficeNow business center proseguirà il cammino lungo il Sacro Monte di Varese.