Siamo arrivati al terzo e ultimo appuntamento alla scoperta dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso.
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L’altare maggiore
L’altare maggiore è formato da due semicolonne corinzie che sorreggono un’architettura molto varia che nella parte superiore racchiude un affresco rappresentante l’Annunciazione.
Ai fianchi dell’altare troviamo a sinistra la Beata Caterina da Pallanza e a destra la Beata Giuliana da Verghera, fondatrici del monastero del Sacro Monte.
La pala centrale rappresenta le nozze mistiche di Santa Caterina alla presenza della Vergine che regge il Bambino, di San Nicolao e del beato Alberto.
Anche quest’opera è stata eseguita dal pittore Giovanni Battista de Advocatis di Milano. Racchiude le figure di tutti i Santi venerati nell’Eremo di Santa Caterina del Sasso.
La cappella di Santa Caterina
La cappella di Santa Caterina si trova al centro sul lato rivolto verso il monte. Colpiscono l’attenzione del visitatore due angeli svolazzanti sopra l’altare che reggono un cartiglio con la scritta ‘Dalle sofferenze ricevi la corona della gioia e della gloria’ del XVI secolo.
Sull’altare è posta una statua di legno dipinta e di grandezza naturale. Nella volta della navata centrale che si trova di fronte, troviamo le virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza con al centro un ottagono con cherubini.
Sull’arco a nord troviamo le tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità .
La cappella del Beato Alberto
In uno stretto vano tra la roccia e il sacello troviamo la cappella del Beato Alberto. È qui che il beato fu sepolto e adesso possiamo vedere il suo corpo ottimamente conservato in una teca.
Gli affreschi, piuttosto rovinati dal tempo e dall’umidità , rappresentano al centro la Pietà affiancata da Santa Caterina e del Beato Alberto.
Sulla parete di sinistra troviamo San Giovanni Battista.
Cappella dei ‘sassi’
Una curiosità su questa cappella sta nel nome con il quale fu ricordata nel corso degli anni: la cappella ‘dei sassi’.
Il motivo risale a un fatto del XVII secolo. Due enormi massi si staccarono dalla montagna e, precipitando, rimasero miracolosamente sospesi nel vuoto, incastrati nelle strutture delle volta della cappella sfondata.
Per ben due secoli curiosi da ogni parte venivano a vedere i massi incastrati nel soffitto della cappella. Nella notte tra l’11 e il 12 Maggio 1910, si adagiarono al suolo senza alcun ulteriore danno alla struttura e alimentando le voci del ‘miracolo’.
Restarono adagiati a terra fino al 1983, quando vennero rimossi per procedere con il restauro di tutto l’edificio.
Il sacello
Veniamo ora alla più antica costruzione di tutto l’Eremo e cioè il sacello.
Risalente al 1195, fu costruito a un livello decisamente più basso rispetto a tutto il resto della chiesa. La leggende narra che dovesse rispecchiare le dimensioni del sepolcro di Santa Caterina d’Alessandria che si trova sul monte Sinai.
Sopra la finestra esterna è rappresentato il trasporto del corpo della Santa sul Sinai da parte degli angeli. Ai fianchi troviamo due fedeli ed alcuni frati.
Sulla facciata spicca l’affresco che rappresenta le nozze mistiche fra Sant’Ambrogio, Sant’Agostino e San Gregorio Magno. Queste pitture risalgono al XVI secolo, ma sono state, purtroppo rovinate nel corso dei secoli.
L’intero sacello è ospitato all’interno di una specie di tempietto sorretto da due colonne con basi e capitelli ionici, da un pilastro quadrato e direttamente dalla roccia.
Nel sottarco a nord si trova un affresco della fine del 1800. Quest’opera ritrae il Beato Alberto in preghiera in una grotta dalla quale si vedevano il lago e l’isola Madre.
Ed eccoci arrivati alla fine di questo percorso tra misticismo, paesaggi spettacolari e storia dell’arte.
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