Santa Caterina da dove l’avevamo lasciata
Proseguiamo il cammino alla scoperta di Santa Caterina del Sasso.
Lasciata alle spalle l’aula capitolare, scopriamo un vecchio torchio che risale al 1759 e si trova protetto dalla roccia che lo sovrasta. Con esso i monaci potevano pressare le uve e le olive che provenivano dai terreni appartenenti all’eremo. Questo torchio fu sapientemente restaurato nel 1988.
Subito dopo troviamo il conventino: edificio del XIII – XV secolo che anticamente ospitava la cucina con il grande camino e il forno per cuocere il pane.
Al piano superiore un lungo corridoio, scandito da otto finestre, faceva da svincolo alle celle ricavate all’interno dell’antico corridoio.
Alla destra troviamo una fenditura nella roccia che nel 1915 è stata trasformata nella grotta di Lourdes, con, al suo interno, una statuetta della Vergine Maria.
Proseguendo ci troviamo davanti alla chiesa in un piccolo cortile che dà su un portico cinquecentesco di stile rinascimentale.
Sotto il portico possiamo ammirare tre affreschi del Cinquecento che rappresentano la vita e il martirio di Santa Caterina.
Il primo più a sinistra, verso il lago, era già quasi completamente scomparso nel 1861.
Fra le due porte murate appare un affresco con un lembo della veste di San Pietro, San Nicolao e San Pietro Martire, Santa Lucia, Santa Maria Maddalena e Santa Caterina.
Quest’opera pittorica risale alla seconda metà del XVI secolo ed è stata sapientemente restaurata nel 1990.
Al piano superiore era stato ricavato un nucleo di celle per i monaci.
La chiesa
La chiesa di Santa Caterina risale al XVI secolo e nasce dalla fusione di edifici preesistenti che hanno dato vita a un’aula unitaria.
Dalla navata centrale si snodano tre zone che si distinguono in base ai diversi livelli del pavimento e delle volte.
Sul lato verso il monte si trovano le tre cappelle che si pensa facessero parte delle chiesette preesistenti.
Sul fianco verso il lago si trova una navata minore che ha la semplice funzione di svincolo e di collegamento tra l’antico ingresso, che si trovava in fondo alla chiesa, e l’uscita sul piccolo portico di cui abbiamo precedentemente parlato.
L’attuale presbiterio è ricoperto da una volta elevata e molto decorata da stucchi e affreschi. Tutti gli affreschi di questa campata sono opera di Giovanni Battista de Advocatis di Milano.
Il lobo centrale è a forma ottagonale e ripropone un’affollata visione del paradiso con al centro il Padre Eterno attorniato da uno stuolo di angeli.
Nei quattro costoloni troviamo rappresentate alcune figure del vecchio testamento: Mosè con le due tavole, Giosuè, Gedeone ed Aronne.
Nelle vele troviamo i quattro Padri della chiesa latina affiancati ai quattro evangelisti con i loro simboli: Sant’Ambrogio con in mano lo staffile con accanto San Giovanni e l’aquila; Sant’Agostino con San Luca e il bue; San Girolamo con San Matteo e l’angelo; San Gregorio Magno con la tiara papale e San Marco con il leone.
OfficeNow business center, accompagnandovi alla scoperta di questi luoghi meravigliosi si domanda: Cosa c’è di meglio di ricevere i propri Clienti in ufficio e invitarli a delle gite culturali?
Adesso non resta che attendere il prossimo articolo per scoprire le ultime meraviglie legate a questo magico luogo della provincia di Varese.
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